Oggi intervistiamo Vito Verrastro, responsabile di Lavoradio, una rubrica radiofonica dedicata a chi cerca un lavoro e a chi… se lo vuole inventare.
Che cos’è Lavoradio e qual è la sua storia?
Ero stanco dei quotidiani “bollettini di guerra” (news su crisi, disoccupazione, licenziamenti) visti in tv. Sono stato sempre convinto che alle difficoltà occorre reagire, rimboccandosi le maniche e abbandonando le facili lamentazioni. Ma anche che occorre formarsi, nutrirsi di conoscenza, avere visione, intuito, tenacia e determinazione, Da qui l’idea di immaginare un’informazione di servizio che guardasse al lavoro che c’è e di cui nessuno parla, lasciando raccontare le proprie esperienze a chi inventa una professione, si aggrega, prova a mettersi al timone della propria vita professionale senza paura di fallire. Sono queste, le persone che fanno la differenza, gli esempi in positivo da mostrare per sortire un effetto emulazione o, quantomeno, far accendere delle “lampadine”. E così, queste testimonianze sono diventate il cuore pulsante di un magazine settimanale di 16’ che viene diffuso attraverso radio, web e social network. Nella rubrica tutto ruota intorno al concetto di “opportunità: dalle classiche offerte di lavoro alle news sulla mobilità europea, dalle esplorazioni di profili emergenti alle “pillole” motivazionali. Con noi abbiamo partnership importanti – Millionaire, Aidp, IWA Italy, Piuchepuoi – e diverse “grandi firme” (tra cui Gianluca Dettori, tra i massimi esperti di startup). Attualmente trasmettiamo su tre radio che coprono parte del Sud fino alla provincia di Messina, due web tv campane, una web radio romana e un sito web dedicato ai trentenni.
Quali sono le prospettive future di Lavoradio?
In sette mesi di duro lavoro siamo cresciuti tanto; stiamo firmando i primi contratti di collaborazione e arrivano le prime sponsorizzazioni, ma è solo il primo piccolissimo passo della maratona che ci aspetta. Mi piacerebbe far espandere Lavoradio soprattutto al centro-nord, ampliare la partnership e le grandi firme, qualificare sempre di più la rubrica. Il magazine, tuttavia, è solo un tassello di un’azione più ampia che, spero, possa portarci a erogare servizi formativi e informativi; fare media partnership con chi organizza eventi dedicati a lavoro, formazione e orientamento; produrre strumenti editoriali e multimediali; lavorare con le scuole per diffondere la cultura di impresa. E poi, chissà, diventare a nostra volta una webradio e una startup, appena ci saranno le condizioni ideali.
Che impatto hanno secondo te le nuove professioni del web sul mondo del lavoro?
Fortissimo, deflagrante. Solo in Europa, nei prossimi due anni, ci saranno da coprire 900.000 posti nell’ICT; conoscere web, social, lingue e nuove professioni del web significherà pertanto avere una chance concreta sul mercato del lavoro. Bisogna dirlo, ai giovani, affinché indirizzino gli sguardi e gli sforzi in termini formativi in questa direzione.
Grazie Vito e per i lettori di Comunicazione Lavoro, non perdetevi le dritte di Lavoradio!